Dolmen e Menhir del Salento

 

I dolmen e i menhir sono costruzioni megalitiche che risalgono al V-III millennio a.C e la loro presenza nel Salento è molto diffusa.

Infatti, sono tanti i comuni che contano almeno uno di questi monumenti il cui significato è incerto ed enigmatico.

Dolmen e Menhir del Salento, vero tesoro dell’entroterra salentino

I dolmen e i menhir si possono visitare durante un itinerario turistico del Salento.

Potevano essere sorta di stele dedicata alle divinità, ma anche monumenti sepolcrali o forse un omaggio agli dei per propiziare la fertilità.

Oppure l’origine come il risultato di migrazioni di popolazioni asiatiche, molto probabilmente celtiche che durante il loro passaggio hanno lasciato traccia di sé nel Mediterraneo, in un’area che comprende le isole spagnole, la Sardegna, la Corsica, il Salento e la Puglia e l’isola di Malta.

I menhir salentini furono cristianizzati nel Medioevo, soprattutto tramite l’incisione di croci sulla pietra, e vengono denominati “Osanna”.

Ancora oggi, il giorno della Domenica delle Palme, in alcuni paesi della provincia di Lecce, vi è l’usanza di raggiungere in processione questi monumenti dove vengono benedetti i ramoscelli di ulivo.

Chiaro esempio di cristianizzazione è il menhir di San Paolo a Giuggianello, dove sotto al megalite viene scavata una piccola cripta dedicata al santo.

Una leggenda vuole che sotto i menhir siano custoditi favolosi tesori per impossessarsi dei quali è indispensabile seguire questo rituale: a mezzanotte due persone devono appoggiarsi con le spalle alle pareti del monolite il quale, sollevandosi da terra, schiaccerebbe uno dei due, quello con l’animo meno puro.

Al sopravvissuto spetterebbe poi la lauta ricompensa.

Dolmen del Salento

I dolmen sono costituiti da due o più pietre infisse verticalmente nel terreno e sovrastate da un grande lastrone.

Alcuni di essi furono adibiti a tombe nelle quali sono stati ritrovati numerosi scheletri.

Il termine dolmen deriva dalla fusione di due parole bretoni:

  • tol o tuol (tavola) e men (pietra).

Il dolmen è costituito generalmente da un lastrone di pietra appoggiato orizzontalmente su pietre infitte verticalmente nel terreno, così da formare un vero e proprio ambiente.

Una delle aree con la maggiore densità di dolmen è quella del circondario di Maglie.

Nella zona a sud-ovest troviamo, a poca distanza uno dall’altro, il dolmen “Chianca” ed il dolmen “Canali”.

Il primo è stato ritrovato nel 1972 in buone condizioni ma è stato distrutto prima del 1986.

Il dolmen “Canali”, al contrario, è mantenuto in perfette condizioni in un’area privata ed è caratterizzato, a differenza degli altri, da diverse lastre di pietra utilizzate come copertura.

Nell’area nord-ovest di Maglie vi sono il dolmen “Grotta” ed il dolmen “Pino”.

Il dolmen “Grotta” è stato scoperto nel 1977, non supera gli 80 cm in altezza, si trova in una zona privata ed è immerso nel verde e, grazie a questo, si è mantenuto in un buono stato di conservazione.

Il dolmen “Pino” ha la lastra di copertura irregolare spessa ben 25 cm ed è tenuto con cura in un terreno posseduto dalla stessa famiglia da più di 3 generazioni.

A poca distanza da qui, proseguendo ancora verso nord ovest, due altri dolmen a poca distanza l’uno dall’altro: il “Masseria Nuova” e lo “Specchia”.

Il “Masseria Nuova”, nei pressi dell’omonima struttura, è stato solo recentemente scoperto ed è caratterizzato da una grande dimensione, dai dintorni con folta vegetazione e dalla difficoltà nel giungerci.

Il dolmen “Specchia” è molto particolare: il grande lastrone di copertura è sorretto solo da dei piloni di pietre di piccole dimensioni disposte l’una sull’altra fino a raggiungere un’altezza di 1 metro.

L’ultimo dolmen della zona di Maglie è il “Caramauli 1” che si trova a Nord.

La lastra superiore di questo dolmen è crollata e la natura ha preso il sopravvento su questa testimonianza di cultura antichissima.

Tra Maglie e Corigliano d’Otranto, si trovano i dolmen “Caroppo 1” e “Caroppo 2”, un incredibile complesso di dolmen di grandi dimensioni e perfettamente mantenuti.

E’ uno dei siti più famosi grazie alle sue particolarità: il “Caroppo 1” è un dolmen comprendente ben 4 camere adiacenti ed ognuna coperta da una propria lastra di pietra molto spessa ma regolare.

Il secondo dolmen, invece, ha la lastra di forma irregolare ma rimane comunque molto simile al primo pur avendo una sola camera.

Proseguendo verso Nord, vicino Zollino, il dolmen “Pozzelli” è situato in un uliveto ed è stato scoperto nel 1984.

E’ caratterizzato da una forma irregolare e da un’altezza sotto a quella media delle altre strutture del territorio.

Tra Giurdignano e Giuggianello si trovano il dolmen “Ore” ed il dolmen “Massi della Vecchia”.

Ventiquattro chilometri a nord di Giurdignano, la città di Melendugno è lo scrigno che custodisce ben due dolmen: il “Placa” e il “Gurgulante”.

Nei pressi di Spongano si può ammirare il dolmen “Piedi Grandi” che, rinvenuto nel 1930 circa, vanta lastre di grosse dimensioni, sia in spessore ché in lunghezza, ed un perfetto stato di conservazione.

Tra Racale e Marina di Mancaversa nel 1962 è stato scoperto, vicino all’omonima torre, il dolmen “Ospina” o “Specchi”.

Il più noto dolmen salentino è chiamato Li Scusi e si trova a Minervino, ma sono particolarmente interessanti anche quelli di Giurdignano e Melendugno.

 

Menhir del Salento

I Menhir, invece, sono grosse pietre conficcate verticalmente nel terreno e la loro altezza può raggiungere anche i 5 metri.

Con l’avvento del cristianesimo vennero trasformati in una sorta di pietre sacre su cui sovente è stata scolpita una croce.

Col  tempo sono divenuti meta di processioni e il luogo dove vengono benedetti i rami di ulivo la domenica delle Palme.

A Giurdignano se ne trovano ben 15, a Martano sorge il più alto d’Italia “Lu santu Totaru”, mentre a Giuggianello al di sotto di un menhir è stata scavata una cripta dedicata a San Paolo.

Altri menhir si possono visitare a Bagnolo del Salento (menhir Croce), a Supersano (menhir Coelimanna) e anche nel circondario di Tricase  (menhir croce di Principano e menhir Salète a Depressa, menhir Vardare a Tutino).

Video dei Dolmen e dei Menhir del Salento