la bellezza del Parco Naturale Regionale, sul litorale di Ugento

 

Il Parco Naturale Regionale “litorale di Ugento” si trova sotto il controllo dell’ente di gestione del comune di Ugento.

Dalle bacche purpuree o bluastre del ginepro coccolone ai candidi petali del giglio delle dune, dal profumo del nuovo ibrido di orchidea ozantina fino alle gravinelle in cui prospera il leccio che da il nome al capoluogo salentino.

La bellezza non valica lontani confini ma prorompe in un’incontaminata oasi di natura, proprio a portata di mano, colorando con le calde sfumature del mediterraneo l’area protetta a pochi passi dall’antica Ozan, nelle meravigliose marine di Ugento.

Istituito con la Legge Regionale del 28 maggio 2007 ed esteso per oltre 1.600 ettari lungo il territorio costiero del comune di Ugento, tra le località di Torre San Giovanni con le sue spiagge, e Lido Marini, il Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento” ha già attuato numerosi progetti per la salvaguardia della biodiversità e del proprio patrimonio naturale, paesaggistico e storico-architettonico.

 

Video del Parco Naturale Regionale di Ugento

 

 

 

Animato da una viscerale passione per la natura e una spiccata sensibilità ambientale, Simone racconta con puntualità tecnica la storia e i tesori delle tre macro aree che caratterizzano il parco ugentino.

Lasciando l’ufficio amministrativo del parco, sulla strada provinciale Ugento-Acquarica del Capo, quasi senza accorgersene, ci si ritrova all’ombra dei grandi ulivi-patriarchi, che si ergono sulla terra rossa, ricamata di muretti a secco.

La cartellonistica indica e informa sulle principali vie di accesso e apre le porte a un mondo di quiete e silenzio, dove il vento intesse la sua mite melodia accarezzando le chiome della macchia mediterranea.

Camminando lo si legge un po’ ovunque: non si può cacciare, ovviamente, così come pescare, abbandonare rifiuti ma anche raccogliere le specie vegetali spontanee ed asportare minerali e materiale di interesse geologico.

L’odore intenso e penetrante del timo selvatico segna l’inizio del percorso trekking che, dalla località di Specchia del Corno, si snoda per sei chilometri fino ad approdare tra le dune della fascia costiera.

Ed ecco le bacche rosse del lentisco, che siamo abituati a vedere solo nelle composizioni natalizie e che qui spiccano nel verde bruno della macchia, tra la ginestra spinosa, il mirto e l’olivastro selvatico.

Nel 2007 tutta questa area a macchia è stata interessata da un tremendo incendio di origine dolosa.

Adesso, piano piano, si sta riprendendo perché fortunatamente quest’ultima ha una grande capacità di rigenerazione.

Il piccolo sentiero, delimitato da ciottoli e impreziosito dal profumo del rosmarino, conduce a uno scenario insolito per la pianura salentina, il Canale di Pera, detto dei Diavoli, perché particolarmente impervio e invaso da una fitta e impenetrabile vegetazione.

Si tratta di piccoli canyon poco conosciuti.

Le serre del parco sono incise, infatti, da cinque canaloni carsici o gravinelle, parallele tra loro e perpendicolari alla linea di costa, scavate nella roccia calcarea dall’azione erosiva delle acque piovane che hanno plasmato pareti quasi verticali creando un microclima adatto alla sopravvivenza di particolari specie vegetali.

Volgendo le spalle alla gravinella, a 72 metri sul livello del mare, un monumentale cumulo di bianche pietre calcaree custodisce nella sua forma conica ancestrali segreti.

E’ la Specchia del Corno, probabilmente una postazione di vedetta utilizzata per scrutare il territorio durante le incursioni turche ma, forse, non fu solo questo.

Inoltre scavi archeologici condotti dall’Università del Salento su Specchia Artanisi, hanno portato alla luce tombe risalenti al neolitico e un tesoretto di monete bizantine.

Il percorso trekking prosegue fino in cima alla specchia dove l’aria tersa di una mattinata di fine autunno, permette di godere del panorama che va dalla macchia mediterranea al periplo del bacini, fino all’orizzonte dove il mare si mescola all’azzurro del cielo.

 

 

 

Il parco di Ugento ha ancora tanto da rivelare, dai prati di orchidee agli esemplari di volpe e tasso che popolano la macchia mediterranea, dall’agricoltura biologica degli uliveti alle masserie che costellano l’entroterra.

Il Parco conserva, nonostante la forte trasformazione degli ambienti naturali dovuta all’azione antropica, una grande ricchezza di specie e ambienti differenti.

E’ situato lungo la costa jonica, nella parte più a sud della penisola salentina, ed è delimitato dalle cittadine di Torre San Giovanni e Lido Marini.

Tutela, per una profondità dalla costa di circa tre chilometri e per una lunghezza di otto, una sequenza costiera pregevolissima, costituita da un sistema dunale e retrodunale, da una serie di bacini a marea e canali di collegamento, da una imponente scogliera fossile con gravine e dalla più estesa area di macchia mediterranea del Salento.

Il litorale è composto da sabbia molto fine, alimentato dal vento e dall’ accumulo di pezzettini di gusci di piccoli organismi, come ad esempio le conchiglie, che danno alla sabbia il tanto ricercato colore bianco.

La fascia delle dune è invece caratterizzata dalla presenza di gigli e di piante della macchia mediterranea ed è importantissima per combattere l’erosione costiera.

In prossimità di alcuni tratti arrivano, formazioni molto ampie di pineta, sotto i cui alberi si trova ristoro durante le ore più calde delle giornate estive.

Elementi caratteristici del Parco sono i suoi bacini, situati alle spalle dell’arenile, realizzati a partire dagli anni ’30 del secolo scorso per bonificare le estese paludi che caratterizzavano questo tratto di costa.

Procedendo da Nord verso Sud si incontrano i bacini Suddenna, Bianca, Ulmo, Rottacapozza Nord e Sud, Spunderati Nord e Sud.

Attualmente essi sono un importante sito per la sosta e la nidificazione di numerosissime specie di uccelli migratori e stanziali.

L’area umida è delimitata verso l’interno dalla strada litoranea che conduce a Santa Maria di Leuca.

Il Parco Naturale Regionale di Ugento, il tratto più esteso che si estende fino a Lido Marini, è costituito da sabbia molto fine e di colore bianco, che conserva un sistema dunale con bassi cordoni e habitat di vegetazione appartenente alla macchia mediterranea.

L’area retrodunale è caratterizzata da bacini artificiali sorti per la necessità di bonificare le estese paludi presenti.

Questi ambienti ospitano vari uccelli migratori e stanziali.

Tra l’avifauna che popola questi ambienti e parchi naturali nel Salento, si ricordano le folaghe, i tuffetti, le gallinelle d’acqua; tra le anatre svernanti spicca la rara moretta tabaccata.

Sono inoltre presenti la biscia del collare, la tartaruga palustre, la raganella.

Le Serre di Ugento occupano uliveti e macchia mediterranea.