Antonio Caprarica, scrittore e commentatore salentino, partendo da Lecce ha girato il mondo. Corrispondente per la RAI da Gerusalemme a Parigi, fino – last but not least, come direbbe lui – all’amata Londra.
I suoi libri di maggior successo, “Dio ci salvi dagli inglesi” (2006) e il recente “Ci vorrebbe una Thatcher” (2012), sono debitori all’esperienza londinese e hanno il piglio mediterraneo, ironico e provocatorio – non piratesco ma “galante”, da gentleman – divenuto la cifra stilistica di Caprarica.
La sua ultima opera è una folata di ottimismo contro il protrarsi della crisi e ricorda che la dura terapia della Thatcher risollevò gli inglesi da una situazione disperata. Come dire: a mali estremi…
Questa sua tendenza ad approcciare con filosofia e ironia ai massimi sistemi che condizionano le masse è valsa a Caprarica uno dei premi certo più graditi, il “Barocco”, che nel 2006 gli è stato conferito proprio nella sua Lecce.
Capitale di un Salento vibrante e ancestrale, Lecce, come notò nel 1718 il filosofo empirista – guarda caso anglo-irlandese – George Berkeley, è la città dove “la pietra si lavora con facilità”, non è pesante, ma dà slancio alla vita.
Lo stesso slancio che porta un salentino alla conquista di Londra.