Lu Santu Lazzaru è uno dei canti celebri della tradizione quaresimale salentina, ed un canto itinerante molto diffuso nell’Italia Meridionale.
I cantori che lo eseguono lo cantano camminando di casa in casa, dalle masserie alle abitazioni dei ricchi del paese, ed è suddiviso in due parti: la prima racconta la passione di Cristo, la seconda invece è una vera e propria questua.
Infatti i cantori chiedono delle offerte tra cui: formaggio, uova, pane, vino, zucchero e beni di prima necessità.
Fondamentale durante la canzone Lu Santu Lazzaru è la presenza di un ramo d’ulivo che viene adornato con nastrini colorati, icone sacre e un arancio.
Anche Pino Zimba con la sua famiglia cantò “Lu Santu Lazzaru”.
Il ramo d’ulivo viene detto “Palma”, ed è simbolo di pace, mentre le immagini sacre confermano la devozione dei cantori, l’arancio è il simbolo della fertilità, e i nastrini completano la positività del messaggio garantendo un augurio di prosperità che viene dedicato alle case delle persone che li ospitano.
Ricevere in casa i Cantori de “Lu Santu Lazzaru” nella tradizione quaresimale e durante la Pasqua nei piccoli paesi del Salento e della Grecia Salentina, era un tempo considerato un privilegio, quasi un onore, perchè attestava poi un status di Benestanti alle famiglie che ospitavano questa rappresentazione , in quanto le offerte che poi venivano devolute erano abbastanza buone.
TESTO della Canzone “Lu Santu Lazzaru” in dialetto salentino
“Bona sera a quiste case e a tutti quanti mo l’abitanti
Venne Cristu mo cu li Santi e dese aiutu e salvazione
Osci osci se fa missione ca osci è Lazzaru resuscitatu
Lazzarenu essi qua fore ca si chiamatu te nostru Signore
Si chiamatu pe fare la cena, cu n’ave Maria e na grazia plena
Ce scunfortu ma ce dolore ca ippe Marta e la Maddalena
Sciamu a casa mo de Simone ca adhai sciu Cristu per fare la cena
Dhai cumparve la Maddalena culli soi unguenti e li soi preziosi
Cu le sue lacrime i piedi bagnava, coi suoi capelli glie li asciugava
Trenta denari tradira Cristu cu sacerdoti e farisei.
Giuda foe lu traditore ca ci tradiu foe nostru Signore
Sullu calvariu l’hannu purtatu e misu an croce e flagellatu
O c’è doja pe la Madonna cu biscia lu fiju alla culonna
Cu llu osci e cu llu crai sta te la cantamu la sua Passione
Bona sera e bona notte tirati li fierri te retu le porte
Azzate prestu no fare mosse e danni l’ove te le chiù grosse
Fanne se azza la fia chiù beddha cu pia l’ove te la spurtedda
Sta benimu te le scaleddhe ni tati toi ove o toi frisedde
Nui priamu mo l’Annunziata cu bu la tescia na bona annata
Sia lodato Cristo e li Santi na Buona Pasqua a tutti quanti
Santu Lazzaru limu dittu e sia lodatu mo Gesù Cristu”.
TRADUZIONE della Canzone Santu Lazzaru in italiano
Buona sera a queste case e a tutti quanti gli abitanti.
Venne Cristo con i Santi portando aiuto e salvezza.
Oggi, oggi si fa missione, che oggi è risorto Lazzaro.
Lazzareno esci qua fuori che sei chiamato da nostro Signore.
Sei chiamato per fare una cena, un’Ave Maria e una Grazia Plena.
Che sconforto e che dolore che ebbero Marta e Maddalena.
Andiamo a casa di Somone: lì andò Cristo per fare la cena;
lì comparve la Maddalena, con i suoi unguenti e i suoi preziosi.
Con le sue lacrime gli bagnava i piedi, coi suoi capelli glieli asciugava.
Trenta denari scambiarono Cristo con sacerdoti e farisei.
Giuda fu il traditore, che tradì Nostro Signore.
Sul Calvario l’hanno portato, messo in croce e flagellato.
Che dolore per la Madonna vedere il figlio alla colonna.
Con l’oggi e col domani ti stiamo cantando la Sua Passione.
Buona sera e buona notte, aprite le serrature delle vostre porte.
Alzati (dal letto) presto, non fare storie, e dacci le uova tra quelle più grosse (che hai).
Fai alzare (dal letto) la figlia più bella, e falle prendere (per noi) le uova dalla dispensa.
Stiamo venendo dalle “Scaledde” (zona del Salento), dateci delle uova o delle friselle.
Noi preghiamo l’Annunziata, che vi mandi una buona annata.
Sia lodato Cristo e i Santi, una buona Pasqua a tutti quanti.
Santu Lazzaru l’abbiamo cantata: sia lodato Gesù Cristo.
Buona sera e buona notte, aprite le serrature delle vostre porte.
Alzati (dal letto) presto, non fare storie, e dacci le uova tra quelle più grosse (che hai).
Fai alzare (dal letto) la figlia più bella, e falle prendere (per noi) le uova dalla dispensa.
Stiamo venendo dalle “Scaledde” (zona del Salento), dateci delle uova o delle friselle.
Noi preghiamo l’Annunziata, che vi mandi una buona annata.
Sia lodato Cristo e i Santi, una buona Pasqua a tutti quanti.
Santu Lazzaru l’abbiamo cantata: sia lodato Gesù Cristo.