“Lu Santu Lazzaru” e i canti celebri della tradizione quaresimale salentina

“Lu Santu Lazzaru” è uno dei canti celebri della tradizione quaresimale salentina, è un canto di questua in dialetto salentino romanzo.

Veniva eseguito in genere il sabato prima della Domenica delle Palme, quando, secondo il calendario liturgico bizantino viene rievocato il miracolo della resurrezione di Lazzaro.

Questo canto era in uso nei paesi di una vasta area della parte ionica a nord e a sud di Gallipoli e spingendosi nell’entroterra.

I cantori che lo eseguivano si spostavano di casa in casa, dalle masserie alle abitazioni dei ricchi del paese, cantando “a domicilio” la vicenda della resurrezione di Lazzaro e portando la lieta novella.

Al temine, i musicisti chiedevano una “ricompensa”, che poteva essere composta da alimenti di origine agricola, tra cui: formaggio, uova, pane, vino o beni di prima necessità.

Fondamentale durante la canzone Lu Santu Lazzaru è la presenza di un ramo d’ulivo che viene adornato con nastrini colorati, icone sacre e un arancio.

Anche Pino Zimba con la sua famiglia cantò “Lu Santu Lazzaru”.

Il ramo d’ulivo viene detto “Palma”, ed è simbolo di pace, mentre le immagini sacre confermano la devozione dei cantori, l’arancio è il simbolo della fertilità, e i nastrini completano la positività del messaggio garantendo un augurio di prosperità che viene dedicato alle case delle persone che li ospitano.

Ricevere in casa i Cantori de “Lu Santu Lazzaru” nella tradizione quaresimale e durante la Pasqua nei piccoli paesi del Salento e della Grecia Salentina, era un tempo considerato un privilegio, quasi un onore, perchè attestava poi un status di Benestanti alle famiglie che ospitavano questa rappresentazione , in quanto le offerte che poi venivano devolute erano abbastanza buone.

Fonte Antonio D’Ostuni divulgatore di cultura popolare

TESTO della Canzone “Lu Santu Lazzaru” in dialetto salentino

“Bona sera a quiste case e a tutti quanti mo l’abitanti
Venne Cristu mo cu li Santi e dese aiutu e salvazione

Osci osci se fa missione ca osci è Lazzaru resuscitatu
Lazzarenu essi qua fore ca si chiamatu te nostru Signore

Si chiamatu pe fare la cena, cu n’ave Maria e na grazia plena
Ce scunfortu ma ce dolore ca ippe Marta e la Maddalena

Sciamu a casa mo de Simone ca adhai sciu Cristu per fare la cena
Dhai cumparve la Maddalena culli soi unguenti e li soi preziosi

Cu le sue lacrime i piedi bagnava, coi suoi capelli glie li asciugava
Trenta denari tradira Cristu cu sacerdoti e farisei.

Giuda foe lu traditore ca ci tradiu foe nostru Signore
Sullu calvariu l’hannu purtatu e misu an croce e flagellatu

O c’è doja pe la Madonna cu biscia lu fiju alla culonna
Cu llu osci e cu llu crai sta te la cantamu la sua Passione

Bona sera e bona notte tirati li fierri te retu le porte
Azzate prestu no fare mosse e danni l’ove te le chiù grosse

Fanne se azza la fia chiù beddha cu pia l’ove te la spurtedda
Sta benimu te le scaleddhe ni tati toi ove o toi frisedde

Nui priamu mo l’Annunziata cu bu la tescia na bona annata
Sia lodato Cristo e li Santi na Buona Pasqua a tutti quanti

Santu Lazzaru limu dittu e sia lodatu mo Gesù Cristu”.

 

TRADUZIONE della canzone “Santu Lazzaru” in italiano

Buona sera a queste case e a tutti quanti gli abitanti.
Venne Cristo con i Santi portando aiuto e salvezza.

Oggi, oggi si fa missione, che oggi è risorto Lazzaro.
Lazzareno esci qua fuori che sei chiamato da nostro Signore.

Sei chiamato per fare una cena, un’Ave Maria e una Grazia Plena.
Che sconforto e che dolore che ebbero Marta e Maddalena.

Andiamo a casa di Somone: lì andò Cristo per fare la cena;
lì comparve la Maddalena, con i suoi unguenti e i suoi preziosi.

Con le sue lacrime gli bagnava i piedi, coi suoi capelli glieli asciugava.
Trenta denari scambiarono Cristo con sacerdoti e farisei.

Giuda fu il traditore, che tradì Nostro Signore.
Sul Calvario l’hanno portato, messo in croce e flagellato.

Che dolore per la Madonna vedere il figlio alla colonna.
Con l’oggi e col domani ti stiamo cantando la Sua Passione.

Buona sera e buona notte, aprite le serrature delle vostre porte.
Alzati (dal letto) presto, non fare storie, e dacci le uova tra quelle più grosse (che hai).

Fai alzare (dal letto) la figlia più bella, e falle prendere (per noi) le uova dalla dispensa.
Stiamo venendo dalle “Scaledde” (zona del Salento), dateci delle uova o delle friselle.

Noi preghiamo l’Annunziata, che vi mandi una buona annata.
Sia lodato Cristo e i Santi, una buona Pasqua a tutti quanti.

Santu Lazzaru l’abbiamo cantata: sia lodato Gesù Cristo.

Buona sera e buona notte, aprite le serrature delle vostre porte.
Alzati (dal letto) presto, non fare storie, e dacci le uova tra quelle più grosse (che hai).

Fai alzare (dal letto) la figlia più bella, e falle prendere (per noi) le uova dalla dispensa.
Stiamo venendo dalle “Scaledde” (zona del Salento), dateci delle uova o delle friselle.

Noi preghiamo l’Annunziata, che vi mandi una buona annata.
Sia lodato Cristo e i Santi, una buona Pasqua a tutti quanti.

Santu Lazzaru l’abbiamo cantata: sia lodato Gesù Cristo.

 

Video de “lu Santu Lazzaru” nel Salento

 

 

 

 

 

Video “lu Santu Lazzaru” suonato di Notte