Chi viene a Giurdignano in provincia di Lecce, sente l’odore del Salento, un’energia che vibra sotto ai piedi trasmessa dalla intima qualità del luogo.
Nell’intimità delle pietre riposano i tesori nascosti mentre lo sguardo si posa su un corollario di menhir, in tutto se ne contano 14, sparsi sia nelle campagne, sugli incroci stradali che all’interno di abitazioni, corti e giardini.
Giurdignano è un paese della provincia di Lecce, denominato anche il Giardino Megalitico d’Italia, in quanto è il sito di un megalitismo europeo per la forte concentrazione di testimonianze neolitiche ed eneolitoche, (ricordiamo 7 Dolmen e 14 menhir)
Il menhir è un megalite monolitico eretto a partire dall’età del Bronzo, di materiale calcareo con le facce più larghe orientate da est a ovest, alcuni menhir sono incassati su speroni rocciosi e altri infissi nel terreno.
Si ipotizza che siano stele sepolcrali, oppure segnalatori di luogo o simulacri del culto del Sole.
Per evitare la l’itolatria la Chiesa ordinò la santificazione degli stessi tramite l’incisione del segno della croce e vennero trasformati in Osanna.
I menhir visionabili a Giurdignano sono:
- San Vincenzo
- San Paolo
- Vicinanze I
- Vicinanze II
- Croce della Fausa
- Madonna di Costantinopoli
- Pallanzano
- Vico I e Vico II (menhir gemelli).
Segno di Costantinopoli nel feudo di Giurdignano, apoteosi di architettura in rupe, la Cripta San Salvatore, risalente all’ottavo secolo quando la Terra d’ Otranto era sotto il dominio bizantino.
un monumento ipogeo scavato nel banco tufaceo che con quattro pilastri lo dividono in nove campate e che trascinano il visitatore in un fantastico gioco di forme geometriche, cassettoni rettangolari e croci greche racchiudono tesori di affreschi bizantini.
Con un salto, fuori dal centro abitato, possiamo vedere i resti di una basilica paleocristiana, riportata in alcuni documenti come Sant’Arcangelo de Casulis, pare fosse dedicata ai Santi Cosma e Damiano venerati dall’imperatore bizantino Giustiniano.
La basilica con abside poligonale e nartece venne trasformata successivamente in Abbazia, prima dai monaci basiliani e dopo dai benedettini, prendendo il nome di Abbazia Centoporte per le numerose finestre che decoravano l’imponente struttura e ancora visibili nei suoi ruderi così come una parte dell’abside costruita con blocchi massicci di pietra arenaria locale.
Leggenda vuole che nelle campagne circostanti siano sotterrate delle campane d’oro, altresì, come si narra che, la Chiesa Matrice di Giurdignano venne costruita con un’acchiatura (tesoro nascosto) trovata in questo luogo lungo 31 metri e largo quasi 11.
Da memorie di epoca recente, sulla sommità del menhir della Fausa, quando era assente l’illuminazione pubblica, veniva posizionata una lampada ad olio per segnalare la prossimità del luogo abitato per chi giungeva da lontano.
Chi viene a Giurdignano sente un’energia che pervade il corpo, soprattutto quando la sosta, inchioda il visitatore ai piedi del menhir San Paolo, con quei suoi sette tagli incisi sugli spigoli laterali a formare una scala di collegamento tra terra e cielo, una sorta di comunione cosmica, in epoca bizantina venne scavata dal banco roccioso su cui sormonta il menhir, una cripta raffigurante una tela di ragnatela che affianca l’immagine di San Paolo.
Svetta nella piazza principale del paese, la colonna votiva dedicata a San Rocco, ex voto di un capitano che ebbe in salvo la vita durante la terribile pestilenza del 1630 che decimo’ parte del suo equipaggio, in bella evidenza si evince l’incisione dello stemma di Giurdignano, la lettera G maiuscola sormontata da un cappello a larga tesa.
È la Chiesa Parrocchiale a dominare in Piazza Municipio, costruita su due ruderi dedicati a San Salvatore, in un arco di tempo dal 1756 al 1763 dedicata al Santo francese di Montpellier, San Rocco, protettore degli appestati in quanto trasse in salvo il paese dal morbo virulento del XVII secolo.
A ricordarci che Giurdignano è stato un Municipio romano sono i ruderi di una necropoli del terzo secolo dopo Cristo sita su una collinetta in zona Cantalupi e, l’Aquila bicipite (stemma imperiale adottato per la prima volta da Costantino I) in bella mostra sull’arco bugnato diamantato del Palazzo Baronale, ultimo feudatario Benedetto Alfarano Capece che si trovò nel periodo dell’eversione feudale.
Giurdignano, si trova in provincia di Lecce, a pochi passi dai monumenti più importanti di Otranto, ed è un borgo del Salento, intriso di storia, intessuto di luce, magia ed energia, con la consapevolezza per gli abitanti del luogo di rimanere saldi alle radici dei nostri avi, maturando l’orgoglio di appartenenza e per i visitatori di accendere sempre più la fiaccola della conoscenza.
(questo articolo è stato scritto da Ada Cancelli, durante la trasmissione TERRE DEL SALENTO su Telerama)
Video di Giurdignano (Lecce) su Rai 3, il giardino megalitico d’Italia
Video del progetto Città aperte in rete su Giurdignano.