La Grotta della Poesia situata a Roca (marina di Melendugno) è uno dei luoghi più suggestivi del Salento e di tutta Italia, un posto che fino a qualche anno fa era sconosciuto ma che oggi è diventato meta del turismo di massa.
Considerata una delle piscine naturali più belle d’Italia, questa grotta è un’attrattiva carica di mistero.
La grotta della Poesia nel Salento
Dove si trova la Grotta della Poesia
La Grotta della Poesia si trova a Roca Vecchia, una stupenda località marina frazione di Melendugno, tra San Foca e la spiaggia di torre dell’Orso , una zona caratterizzata da scogliere e piccole insenature molte suggestive.
Da Lecce dista circa 25 Km da Lecce.
E’ possibile arrivare in auto in circa 30 minuti percorrendo le strade provinciali 1,145 in direzione Roca Vecchia
Da Otranto dista circa 20 Km ed è possibile arrivare in auto in soli 25 minuti percorrendo la strada provinciale 136 in direzione Roca Vecchia.

Foto della Grotta della Poesia in Salento
Le due “Poesie” e la loro storia
In realtà le grotte sono due, la Poesia grande e la piccola.
La prima è uno specchio d’acqua cristallina caratterizzata da colori cangianti, che vanno dal blu al verde smeraldo.
Qui il mare regala suggestioni uniche, come per esempio il “respiro” delle onde che si infrangono sugli scogli.
Sul versante meridionale la grotta è collegata col mare aperto, mentre sul fondo si apre una sorta di cunicolo sottomarino che congiunge la “Poesia grande” con la “Poesia piccola”, ancora più selvaggia rispetto alla prima, distante da essa appena 60 metri e collegata alla principale attraverso un passaggio sotterraneo.
Entrambe sono diventate delle piscine naturali in seguito al crollo del soffitto dovuto all’azione di fenomeni carsici.
Se infatti alla Grotta della poesia grande si accede tramite una scalinata scavata nella roccia, la piccola non è facilmente accessibile e decisamente più celata.
Si narra che la “Poesia piccola” fosse un angolo di mare molto pescoso, dove una nobile signora, Donna Isabella, trascorreva lunghe ore a pescare.
I Rocani consideravano la “Poesia grande” una sorta di protezione della città, ma nonostante ciò i marinai turchi riuscirono ugualmente ad invadere la città tramite il passaggio sottomarino.
All’interno delle due grotte sono presenti iscrizioni messapiche, greche e latine che i navigatori incidevano prima dei viaggi in mare verso le coste albanesi e greche.
Fino a qualche anno fa, la Grotta della poesia era quasi sconosciuta ma dopo essere stata considerata una delle piscine naturali più belle del nostro paese, ogni anno soprattutto d’estate viene visitata da migliaia di persone.
video del sito archeologico di Roca Vecchia
Roca fa parte della provincia di Lecce e dista appena 20 chilometri da Otranto.
Si tratta di un paese del Salento centro-orientale, dal grande valore paesaggistico e naturalistico.
A Roca è presente la Torre costiera che ha avuto, nel tempo, una funzione di avvistamento e protezione congiungendosi visivamente con le altre roccaforti dell’entroterra e della costa.
Questa Torre viene denominata la Torre di Roca Vecchia e sorge un un isolotto vicino alle rovine del vecchio castello di Roca;
in passato era nota col nome di Torre di Maradico e faceva parte del territorio del Comune di Roca Nuova.
Questo posto è particolarmente apprezzato dai giovani in quanto permette spettacolari tuffi alla grotta della Poesia, da un’altezza di circa 5 metri.
Storia della Grotta della Poesia
Il nome della grotta deriva dalla parola di origine greca “posià“, un termine utilizzato in antichità per indicare una grotta in cui era possibile bere acqua dolce: sembra, infatti che in passato fosse presente all’interno dell’antro una sorgente d’acqua dolce.
Questo luogo romantico è circondato da miti e leggende: i mito è legato al nome di questa grotta.
La leggenda, infatti, narra di una principessa che amava fare il bagno nelle acque della grotta;
la sua bellezza era talmente tanta che ben presto tutti i poeti dell’Italia meridionale si recarono in quella grotta per comporre versi e sonetti ispirati proprio dalla sua bellezza.
Da qui il nome di “Grotta della Poesia”.
Ciò che rende questo luogo così speciale, oltre alla straordinaria ed inopinabile bellezza, è il rinvenimento di importanti iscrizioni di origine messapica, greca e latina sulle sue pareti.
Grazie a tali iscrizioni gli studiosi hanno capito che la Grotta era un luogo di culto del dio Taotor.
In antichità sicuramente era coperta, come l’altra grotta detta della poesia piccola, poco distante e parte integrante del “Parco archeologico di Roca Vecchia”, dove in una grotta santuario sono presenti iscrizioni messapiche, greche e latine che i navigatori incidevano prima di intraprendere il viaggio in mare verso le sponde albanesi e greche che in questo tratto del canale d’Otranto sono molto vicine.
Nella grotta della Poesia, recentemente, è stato scoperto un luogo di culto messapico.
Sulla Strada che collega Torre dell’Orso a San Foca, vi è un’area interessata alla realizzazione di un Parco Archeologico.
Sempre sulla stessa strada sono visibili le fortificazioni messapiche di Roca Vecchia che possono essere ripercorse.
Nella zona, oltre ai recenti scavi dell’abitato medioevale, si possono osservare ipogei, cripte e resti di struttura di varie epoche a partire dall’età del Bronzo.
Sull’area di Roca Vecchia, dal 1984 sono stati portati avanti degli scavi archeologici di notevole importanza, grazie all’interesse dell’Amministrazione Comunale di Melendugno, Amministrazione Provinciale e dell’Università di Lecce, Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Istituto di Archeologia.
Video e storia della Grotta della Poesia
In questa puntata di Sereno Variabile il popolare conduttore Osvaldo Bevilacqua ci porta alla scoperta di questo sito archeologico di eccezionale importanza storica.
La storia di Roca Vecchia è il mistero più affascinante del Salento, oggi è un sito archeologico di oltre tre ettari, che nel tempo ha sollevato numerosi interrogativi e ha generato affascinti miti e leggende.
È considerato uno dei più importanti insediamenti della protostoria mediterranea.
Per i popoli del mare era l’approdo di maggior importanza del bacino del Mediterraneo, purtroppo però la vita in questa città non è stata facile, per via dei vari assedi e conseguenti distruzioni che ha subito. Visitarlo oggi è immergersi in un affascinante viaggio tra la preistoria e il medioevo.
Ogni pietra racconta la storia dei suoi abitanti e delle battaglie che hanno affrontato per difenderla.
La sua storia parte intorno al XV secolo a.C. passando per l’età del Ferro e l’età Arcaica.
Fiorì in modo particolare nell’età messapica, della quale vi sono testimonianze graffite nella vicina grotta della Poesia piccola, un importante santuario messapico costiero, dedicato alla divinità Thador Andrahs.
In età romana fu poi gradualmente abbandonata. In seguito tra il III e il IX sec. d.c., i successori di Pietro, benedicono Roca come sede vescovile e nel IV secolo vi passa anche il santo vescovo di Remesiana, Niceta.
Rimase disabitata fino all’alto medioevo, quando fu frequentata da monaci basiliani, che col tempo costituirono una consistente comunità, abitando in una serie di grotte scavate nel calcare.
Agli inizi del XIV secolo, Gualtieri di Brienne, conte di Lecce, ricostruì Roca facendone una città fortificata, ma nel 1480 la sua popolazione venne messa in fuga dalle incursioni turche delle truppe del sultano Maometto II.
Roca Vecchia fu saccheggiata e usata dai Turchi come base operativa per sferrare attacchi alla città di Otranto e ad altri centri salentini. Nel 1481 fu liberata, ma divenne un covo di pirati spingendo governatore della provincia di Terra d’Otranto Ferrante Loffredo a raderla al suolo, nel 1544 e così rimase fino ai giorni nostri.
Una storia lunga e piena di eventi, spesso molto intricata, un alternarsi di periodi fiorenti a decadimenti, ha generato nel tempo miti e leggende tra gli antichi abitanti del Salento. Molte di queste storie sono arrivate a noi e ancora oggi affascinano residenti e visitatori.
Come la leggenda della bellissima principessa, che amava recarsi presso la grotta della Pesia per fare il bagno e ispirava dolci rime ai poeti che accorrevano ad ammirarne le grazie.
Ma chi era questa principessa?
Gli studiosi negli anni hanno cercato di darle un volto.
Era forse “Donna Isabella di Roca Vecchia”?, la mitica signora, della quale la tradizione orale riporta una tragedia, ancora oggi molto rappresentata e che continua a ispirare romanzi e poemi. Ancora oggi non si può dare un volto, ma forse è meglio così, si perderebbe la parte più affascinante.
Secoli di storia si possono ammirare nel grande scavo archeologico, che ogni volta riporta nuove scoperte che aggiungono una tessera al grande mosaico della storia di Roca Vecchia.
Citazione di Antonio D’Ostuni
Video della grotta della Poesia nel Salento