La Valle D’Itria detta anche “Valle dei Trulli”, è un connubio di bellezze paesaggistiche immerse nel verde in Puglia, tradizioni culturali e sapori eno-gastronomici caratteristici.
Si estende fra la provincia di Bari, Taranto e Brindisi ed ogni comune ha delle peculiarità specifiche che li rende unici come:
- Castellana Grotte
- Alberobello
- Cisternino
- Ceglie Messapica
- Noci
- Ostuni
- Martina Franca
- Putignano
- e molti altri paesi
Diverse civiltà, in un ampio arco di tempo, hanno lasciato sul territorio tracce del loro passaggio.
Crocevia di popoli di più antichi messapi e greci fino ad arrivare nel Medioevo dove si succedettero Goti, Longobardi e Saraceni.
Caratterizzata da sempre dalle antiche attività di pastorizia e agricoltura sino ai tempi più recenti, attraverso la valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico e artistico, è divenuta tra i più fiorenti luoghi dell’economia turistica pugliese.
Come si può rimanere indifferenti davanti alla bellezza delle stradine ingarbugliate fra i centri storici, le case imbiancate dai caratteristici balconi fioriti, le chiese e dai monumenti di varie epoche?
Locorotondo (Puglia)
Si rimane stupefatti per la cura che gli abitanti hanno per la città di Locorotondo.
Ovunque, nel centro storico, ogni anziana donna ripete l’antico rito di lavare oltre la propria casa anche il tratto di strada antistante, segno di amore per il luogo e di accoglienza verso il visitatore.
Al santo Patrono san Giorgio è dedicata la bella chiesa ottocentesca in stile neoclassico, nel cui timpano campeggia la statua equestre del Santo.
La festa sacra più sentita è, però, quella dedicata al santo protettore Rocco a cui è dedicata una chiesa in stile neoclassico.
Il culto di san Rocco si diffuse sulla Murgia dei Trulli nel XVII secolo perché, per tradizione, protesse gli abitanti delle città e del contado da un’epidemia di peste.
Per questo ora il Santo è il Protettore di tanti centri urbani.
Video di Locorotondo (Bari)
Ostuni (la città bianca)
Potrebbe, invece, accadere visitando il centro storico di Ostuni di confondersi e credere per qualche istante di essere altrove nel Mediterraneo, per esempio in qualche isola dell’Egeo.
I colori sono gli stessi: il bianco delle case, l’azzurro del cielo e del mare e, nella campagna intorno, il verde degli ulivi secolari.
Un intreccio inestricabile di viuzze, lunghi archi di passaggio, saliscendi ripidi, fontane e terrazzini che creano un meraviglioso puzzle architettonico che incanta il visitatore.
Se si giunge dal mare il paese antico appare disteso sui colli, con le case distribuite a più livelli e sulla cima la mole dell’ex Cattedrale con la sua pietra dorata che nettamente risalta sul bianco candore diffuso.
Da centro agricolo e artigianale del dopoguerra, Ostuni da qualche anno è un faro turistico nel brindisino.
Non c’è da stupirsi in una terra che può offrire tutto:
- parchi marini e archeologici
- villaggi rupestri nelle lame
- masserie fortificate con interessanti frantoi ipogei
- il meraviglioso centro storico
- la cucina tradizionale
- le tradizioni popolari e le feste religiose solenni, come la Cavalcata di S. Oronzo, protettore della città.
D’estate ogni sera le piazze sono palcoscenico per spettacoli di vario genere fino a notte fonda.
E se superata la notte si è abbastanza desti conviene non perdersi, da uno dei tanti affacci naturali della città antica, lo spettacolo dell’alba che accende l’orizzonte prima che il sole spunti dal mare Adriatico.
Video di Ostuni, in Puglia
Cisternino
Bisogna risalire all’IX secolo d.C. per parlare di effettive origini di Cisternino, il cui territorio cominciò a popolarsi di gente che giunse soprattutto dalla costa adriatica, resa pericolosa dalle incursioni piratesche e martoriata dalla malaria.
Da allora il centro ha legato la sua storia, fino alla fine della feudalità, ai vescovi di Monopoli, con alterne denominazioni ecclesiastiche e laiche, queste ultime, tuttavia, sempre condizionate dalle prime.
La primitiva chiesa fu poi interrata quando fu edificata la nuova chiesa dalle forme tardo romaniche, sulle quali nel tempo sono stati inseriti elementi del gotico pugliese.
Si tratta dell’attuale Chiesa Madre, dedicata a san Nicola di Patara, più noto in Puglia come San Nicola di Bari.
Nel periodo angioino la città fu cinta di mura e altre torri circolari, assumendo i connotati di una terra, una città fortificata.
Il centro storico è suddiviso in cinque rioni con curiosi nomi dialettali, dipinti su artistiche targhe in maiolica affisse ai muri delle stradine.
Così camminando si attraversa l’isule, un rione isolato, appunto, dalle vie che lo circoscrivono;
scheledde, un rione caratterizzato dai cordoli che servivano a misurare l’andatura dei carri sulle vie;
u’ pantèn, ossia il pantano quindi un rione depresso e per questo un tempo area paludosa;
u bùrie o borgo, il rione che si sviluppò fuori dal tracciato della cinta muraria nel XVI secolo;
bére vecchie, infine, o borgo vecchio, il rione più antico e più esteso.
“Un grande capolavoro di architettura senza architetti”
Con questa frase l’architetto giapponese Hidenobu Jinnai definì la città antica di Cisternino, in provincia di Brindisi in Puglia, esaltando quell’architettura popolare e mediterranea che, svincolandosi da datazioni più meno certe, può essere altrimenti definita architettura “senza tempo”, perché il tempo ha sovrapposto le architetture in un’armonica fusione.
Video di Cisternino (Brindisi)
Martina Franca
Le origini medievali di Martina Franca sono celate all’ignaro visitatore dalle scenografiche e raffinate forme architettoniche settecentesche che dominano nel centro storico.
Sorta su due colli, la città affonda le sue origini nel XIII secolo, quando sul colle occidentale, l’attuale Vico Montedoro, esisteva già un castrum Martinae, un piccolo castello forse con poche abitazioni intorno.
Sul colle opposto sorse, agli inizi del XIV secolo, la Franca Martina fondata dal principe di Taranto Filippo I d’Angiò che con un privilegio datato 12 agosto 1310 rese il nuovo abitato borgo franco, esente in perpetuo dal pagamento di decime.
Altri privilegi furono concessi negli anni tanto da attirare nel nuovo centro demico molte genti sparse sui colli intorno.
L’accresciuta popolazione rese necessaria la trasformazione del borgo in terra, ossia una città fortificata munita di torri, porte e fossato e nel 1338 fu costruito un castello.
Il sogno demaniale degli abitanti purtroppo durò meno di un secolo, anzi il XIV secolo fu segnato da brevi periodi di demanialità regia alternati al potere feudale.
Un potere feudale che si rafforzò nei secoli seguenti con giochi di alleanze tra feudatari e alcune intraprendenti famiglie locali che seppero, a danno della collettività, appropriarsi delle antiche “terre universali” preziose per uno sfruttamento agro-silvo-pastorale.
Tra le architetture civili la più imponente è senza dubbio il Palazzo Ducale dei duchi Caracciolo, costruito nelle parti stilisticamente più interessanti a cavallo tra il Sei e il Settecento dopo la demolizione del vecchio castello Orsini del Balzo.
Il Palazzo per monumentalità e stile, di maniera con elementi baroccheggianti, rappresenta in loco un unicum architettonico, piuttosto vicino a esempi napoletani e romani.
Video di Martina Franca (Taranto)
i trulli della Valle d’Itria
Per non parlare del fascino della flora caratterizzata da oliveti secolari, le aree naturali protette come il Bosco delle Pianelle di Martina Franca e la Selva di Fasano.
I tipici trulli a forma di cono fra le stradine scoscese faranno sentire il turista in un paesaggio magico, come in una fiaba.
In Valle d’Itria i trulli è possibile ammirarli sparsi in tutta la campagna e nelle contrade.
In queste in particolare si possono ammirare spesso i trulli sovrani (il più famoso è ad Alberobello);
si tratta di trulli costituiti da monumentali coni in cui si ricavano primi piani, da cui il termine originario ” soprano “, ossia vano di sopra.
Altri trulli si possono ammirare nelle masserie dove originariamente erano gli ambienti di servizio accanto alle case padronali, alcuni trasformati in confortevoli strutture ricettive come B&B e agriturismi.
video dei trulli della Valle d’itria