La grotta del Cavallo nella Baia di Uluzzo a Porto Selvaggio (Nardò)

baia di Uluzzo Porto Selvaggio

La Grotta del Cavallo, si trova a baia di Uluzzo sulla costa ionica salentina, nel comune di Nardò precisamente nel parco naturale di Porto Selvaggio, ed è un luogo dove sono state scoperte molte grotte.

Qui troviamo una fra le grotte più importanti nel Salento, ed in Europa, perchè proprio qui vi è stato il ritrovamento di depositi archeologici risalenti al paleolitico superiore, che rappresentano i più antichi resti di Homo sapiens in Europa.

Le grotte presero inizialmente il nome dalla stessa torre Grotta di Uluzzo o Uluzzo B, Grotta Carlo Cosma o Uluzzo C e la più importante, per le scoperte e il profondo deposito stratigrafico, la grotta del Cavallo denominata anche Uluzzo A.

Nella nostra epoca la grotta del Cavallo si trova a 15 metri sul livello del mare, ma nelle varie epoche storiche, il livello del mare è salito e sceso più volte.

Questa grotta è davvero molto importante soprattutto per la potenza della sua sequenza stratigrafica, infatti nei suoi 7 metri e mezzo di deposito abbiamo sedimentata buona parte della storia preistorica del Salento, dal Paleolitico e quindi parliamo di almeno 120.000 mila anni fa, fino al Neolitico.

Recentemente anche Alberto Angela, su Rai 1 si è occupato di questa grotta e vi presentiamo il video di questo documentario.

A piedi dal parco naturale di Porto Selvaggio sino alla baia di Torre Uluzzo è una delle escursioni paesaggisticamente più suggestive, e fa un certo effetto pensare che quei luoghi erano abitati già dal Neanderthal e poi dal Sapiens, o forse addirittura da entrambe le specie umane.

Video di Alberto Angela su Rai 1 che parla della Grotta del Cavallo nel Salento

 

 

 

Video della Torre di Uluzzo e della Grotta del Cavallo, nel parco naturale di Porto Selvaggio

 

Gli scavi presso la Grotta del Cavallo nel Salento

Gli scavi lungo la costa ionica salentina in località baia di Uluzzo, nella zona di Nardò, ebbero inizio nel 1961 ad opera di Arturo Palma di Cesnola dell’università di Siena e di Edoardo Borzatti von Löwenstern dell’università degli Studi di Firenze.

La scoperta nella grotta del Cavallo risale al 1964, quando vi fu il ritrovamento di due denti molari decidui in una serie stratigrafica di 7 metri con più livelli di età paleolitica.

Questi ritrovamenti vennero attribuiti ad una cultura simile al castelperroniano e denominata “uluzziano“, riprendendo il nome del luogo della scoperta, appunto Baia di Uluzzo.

A partire dal 1967, altri resti sono stati attribuiti ad un esemplare di uomo di Neanderthal.

Questa tesi era supportata dal ritrovamento di strumenti di pietra e ornamenti realizzati con conchiglie tipici delle culture neandertaliane, e quindi la cultura denominata uluzziana fu creduta una delle ultime espressioni dell’Homo neanderthalensis.

Gli scavi ripresero alla fine del 1970, quando il professor Palma di Cesnola riavviò la collaborazione con la locale Soprintendenza ai Beni Archeologici in Puglia.