La Chiesa della Confraternita di Santa Maria degli Angeli a Gallipoli (1663)

In questo video culturale vi mostriamo la Chiesa della Confraternita Santa Maria degli Angeli di Gallipoli (1663)

Questa è una delle chiese più suggestive del Salento, e si può visitare sia in estate che tutto l’anno.

Per i gruppi in vacanza nella città bella di Gallipoli, o per aperture straordinarie è consigliabile chiamare il Priore

al 333-3640283
Sig. Giuseppe Capoti
(date il riferimento di Salento.it)

In questo video su Youtube e Facebook, potrete fare un inedito viaggio all’interno delle mura della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, uno dei monumenti da visitare a Gallipoli, sede dell’omonima confraternita.

Chiesa e Confraternita Santa Maria degli Angeli di Gallipoli (1663)

Un inedito viaggio all’interno delle mura della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, sede dell’omonima confraternita.

Le origini di questo oratorio confraternale e della confraternita omonima, derivano dall’altare di santa Maria di Carpignano, sito nella preesistente chiesa di San Giovanni Battista il cui culto fu importato dalla famiglia Lubelli di Serrano, erigendo altare contestualmente al beneficio ecclesiastico fondato il 16 maggio 1636 sotto lo stesso titolo e
di jus patronato.

Il culto, è direttamente riconducibile al ritrovamento (1568) nella grotta di San Giovanni a Carpignano Salentino (Lecce), di una immagine bizantina raffigurante la Madonna con Bambino e comunemente chiamata la Madonna della Grotta o di Carpignano.

Sin dal 1662 nella chiesa di San Giovanni Battista, oltre alla confraternita sotto lo stesso titolo, è attestata l’esistenza di una congregazione intitolata a santa Maria di Carpignano, della quale è documentato un tal Giovanni Fajulo come Prefetto.

Figura di spicco nella storia del nostro oratorio è un certo Sebastiano Sandalo, appartenente alla stessa congregazione e a lui si deve la sua erezione e il successivo ampliamento.

Fu fatto d’obbligo ai confratelli ad erigervi (1663) un proprio oratorio entro il termine di due anni, pena la decadenza nel suo atto di liberalità, “sotto il titolo della Vergine Santissima di Carpignano che sta nella Chiesa di S. Giovanni di questa Città.

Nella quale possasi congregare nei giorni stabiliti le regole, li fratelli foresi e pescatori, a farle le loro orationi, mortificationi, ascoltar la messa e frequentar li Santissimi Sacramenti e fare tutte l’altre opere pie, informe ordineranno dette regole”.

Nel termine stabilito (1665) fu dunque eretto il nuovo oratorio che però non fu intitolato a Santa Maria di Carpignano ma a Santa Maria degli Angeli.

E’ quanto lascia supporre il fatto che l’originaria denominazione della congregazione la troviamo dapprima affiancata (e preceduta) da quella di santa Maria degli Angeli e poi definitivamente soppiantata qualche anno dopo (1669) da quest’ultima.

Dalla visita pastorale di mons. Filomarini, eseguita nel nostro oratorio il 29 agosto 1715, oltre a confermare l’istituzione della congregazione di santa Maria degli Angeli, da parte di mons. Montoya, che ne dettò lo statuto, aggregando laici del ceto di pescatori e contadini, è attestata anche la presenza di una confraternita sotto lo stesso titolo.

I confratelli vestivano un saio bianco con cappuccio dello stesso colore e mozzetta di colore violaceo con immagine dipinta della Beata Vergine Maria. Mozzetta che fu sostituita nel 1769 con quella attuale di color blu marino.

Nello stesso anno si aggregarono le categorie degli artisti e degli artigiani.

L’edificio, a navata unica, è ubicato lungo il periplo del centro antico di Gallipoli, sul versante sud-sud/ovest, la cui facciata guarda i due isolotti del Campo dei Piccioni e dell’isola di sant’Andrea.

Sul prospetto dell’oratorio è collocato un bel pannello maiolicato realizzato nel 1942 dalla ditta napoletana Raffaele Vaccarella, raffigurante la Madonna Assunta in cielo, sostituendo l’affresco eseguito nel 1875 da Giuseppe Pagliano.

All’interno decorano le pareti laterali quattro grandi dipinti, realizzati nel XVIII secolo da Diego Oronzo Bianchi, pittore originario di Manduria:

  • La Moltiplicazione dei pani e dei pesci;
  • La Distribuzione dei pani;
  • La Disputa tra i dottori della chiesa;
  • Le Nozze di Cana.

Nella parte sottostante, e tutt’intorno all’aula, si possono ammirare gli stalli, con cornici dorate e motivi floreali, dove siedono i confratelli, e il pancone dell’Amministrazione.

Nella seconda metà dell’ottocento, fu abbattuto il vecchio altare ligneo per dare spazio al nuovo altare in pietra leccese e stuccato in finto marmo policromo, realizzato nel 1876 dallo stuccatore Mastro Luigi Schiavone di Monopoli.

Al centro del dossale è collocata la pala con l’immagine della Madonna degli Angeli (sec. XVII) attribuita alla bottega di Gian Domenico Catalano.

Ai lati nelle rispettive nicchie, le quattro statue lignee policrome dei protettori della confraternita:

  • sant’Andrea, protettore dei pescatori;
  • sant’Isidoro, patrono dei contadini;
  • san Giuseppe, protettore degli artigiani
  • e san Giovanni Battista, protettore degli artisti.

Tra le opere scuoltoree, situate in apposite nicchie a muro, sono custodite le statue ottocentesche di cartapesta leccese, del famoso Achille De Lucrezi, che realizzò nel 1866 “il Crocefisso” e un “Cristo morto” e poi ancora nel 1895 la “Madonna Assunta in cielo”.

Un’altra statua raffigurante la “Madonna degli Angeli” fu commissionata a Napoli nel 1825.

Il simulacro dell’Addolorata (manichino vestito) fu invece donato nel 1824.

Sul controprospetto vi è la cantoria dove fu collocato il settecentesco organo, opera dell’organaro tarantino Giuseppe
Corrado.

La confraternita, oltre a organizzare le processioni dell’Assunta (14 agosto), titolare della confraternita; sant’Andrea (29 novembre) , partecipa con quella del SS. Crocefisso alla processione del “Cristo morto e dei “Misteri” nel Venerdì Santo portando per le vie di Gallipoli il simulacro della Vergine Addolorata.

Il culto della Madonna degli Angeli fu introdotto da San Francesco ed è legato all’apparizione di Maria che consegna, come sede del nuovo ordine, la chiesetta detta la “Porziuncola” al Santo e ai suoi seguaci.

Una notte, infatti, mentre Francesco pregava, gli apparve la Madonna con Gesù accompagnata dagli angeli.

Il motivo della visione, fu quello di mostrare l’amore e l’affetto provati da Lei e dal Figlio per quel luogo.