Quali sono i monumenti più belli di Otranto?

Quali sono i monumenti più belli di Otranto ?

I monumenti di Otranto e i suoi luoghi più belli da visitare, durante una vacanza nel Salento, e qui vi indichiamo alcuni video documentari, per meglio apprezzarli.

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Video della città di Otranto e dei suoi monumenti più belli

 

 

 

 

Informazioni turistiche su Otranto

Il comune di Otranto conta circa 5.600 abitanti che, però durante l’ estate vede moltiplicata la sua popolazione per la bellezza dei posti, per la particolarità e trasparenza del mare e per l’importanza che ricopre all’ interno dell’economia e del turismo salentino.

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Il nome deriva dalla parola Hydruntum, che indica un piccolo fiume che attraversa la valle d’Idro, anche se alcuni sostengono che invece possa derivare dal nome con cui si indicava un’altura che sorgeva vicino alla zona del porto, chiamata Odronto.

Cosa vedere a Otranto

Ecco nello specifico cosa visitare a Otranto, e l’elenco dei suoi monumenti e luoghi da vedere.

Cosa vedere a Otranto: i video più belli

La Cattedrale di Otranto

La cattedrale a Otranto è stata fondata intorno al 10698 dal vescovo normanno Guglielmo, fu consacrata nel 1088 e parzialmente restaurata nel 1481.

la Cattedrale di Otranto e il suo mosaico

Altre moderne restaurazioni hanno ripristinato l’antico aspetto liberando il prospetto dalle sovrastrutture barocche aggiunte nei secoli XVII e XVIII, e lasciando il rosone del ‘400 e il portale voluto da Adarzo di Santander.

All’interno la pianta è divisa da tre estese navate, separate da quattordici colonne fatte di vari marmi e con differenti capitelli, alcuni dei quali provenienti da preesistenti costruzioni.

Le due fila di colonne reggono arcate a tutto sesto, mentre l’esteso “transetto” è tripartito in 2 archi ridotti che delimitano il presbiterio.

Originariamente la copertura della volta era “a capriate”; oggi, invece, domina la doratura del soffitto di legno fatto per il sostegno dei cassettoni, per opera dell’arcivescovo Francesco Maria De Aste nel 1693.

Nel presbiterio trova posto l’altare maggiore, con un’Annunciazione in argento, opera di orafi napoletani del ‘700.

Mentre nell’abside di destra si trova la Cappella dei Martiri, edificata per ordine di Fernando I d’Aragona e ricostruita nel 1711, quando le reliquie dei beatissimi martiri furono definitivamente stabilite nelle teche e nella posizione attuale.

Qui si conservarono le ossa di oltre 800 beati Martiri idruntini (240 circa sono stai portati da Alfonso d’Aragona a Napoli, presso la Chiesa di Santa Caterina a Formiello, come segno di devozione e qui quali si erge il famoso dipinto denominato “I Martiridi Otranto”).

Gli 800 Santi Martiri di Otranto

Percorrendo il retro dell’Altare è visibile la pietra usata da i Turchi per il martirio.

La cripta si estende sotto il “transetto” e le absidi, ed è accessibile da due gradinate nelle navate laterali: la sinistra è resa tutt’oggi inaccessibile.

La cripta è divisa in cinque navate e tre absidi semicircolari, mentre 42 colonne e 23 semicolonne di marmi diversi e con capitelli di svariata origine, bizantina e romanica per la maggiorparte, reggono archi a pieno centro e volte a vela.

Sulle pareti della cripta sono ancora visibili affreschi cinquecenteschi e tracce di decorazioni, fra cui un’interessante Madonna odigitria miracolosamente scampata alle devastazioni del 1480.

Video della Cattedrale di Otranto

 

Foto della Cattedrale di Otranto

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Il Mosaico nella cattedrale di Santa Maria Annunziata a Otranto

Il pavimento musivo, idealmente diviso in tre parti lungo la navata, è pieno di citazioni bibliche (Arca di Noè, espulsione di Adamo ed Eva dal Paradiso, La Torre di Babele, I Profeti) e personaggi mitologici e leggendari, come Re Artù, Alessandro Magno e Re Salomone.

Al di là delle considerazioni classiche, l’autore incaricato di costruire il mosaico, Pantaleone, un monaco dell’abbazia di San Nicola, conosceva i Vangeli agnostici.

La sua opera è piena di referenze mistiche ed esoteriche e di altri elementi che sembrano incompatibili con l’epoca in cui fu costruito (1163-1166).

Durante l’occupazione turca, il tempio venne usato come stalla, fatto che causò gravissimi danni al pavimento musivo.

Successivi e continui restauri hanno però permesso che la forza didascalica dell’opera di Pantaleone arrivasse intatta e immutata fino ai nostri giorni, donandoci uno spaccato vivo e pulsante sulla vita, sulla società e sulla cultura dei nostri antenati medioevali.

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La Basilica di San Pietro

Una tradizione lungamente consolidata lega la fondazione di questa Chiesa (che fu la Cattedrale degli Idruntini, attivissimo centro religioso fino alla costruzione del Duomo dell’Annunziata), al probabile passaggio di San Pietro stesso in Otranto, nel suo viaggio verso Roma.

Il nucleo principale dell’edificio, costruito su un’altura a ridosso dell’antico porto, risale al IX secolo.

La pianta è formata da una croce greca inscritta in un rettangolo.

In mezzo all’abside si trova un altare fatto costruire nel 1841, ed un altro sulla parete nord dedicato proprio a San Pietro, che inoltre presenta la struttura barocca.

Sulla “volta” si trovano due affreschi -certamente i più antichi- che dipingono da un lato “l’Ultima Cena” e dall’altro l’episodio de “La Lavanda dei Piedi”.

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Il Castello aragonese di Otranto

Il sistema difensivo della città risale all’età dei vice re spagnoli che ricostruirono e rafforzarono le fortificazioni di Otranto dopo la loro riconquista.

I lavori furono eseguiti su progetto del famoso architetto militare Francesco Di Giorgio Martini.

Oggi, in parte modificato, presenta una pianta a forma di pentagono irregolare ed è dotato di tre torri circolari agli angoli; l’angolo avanti si estende verso il mare alto come lo spigolo della prua di una nave, denominato “Punta di Diamante”.

L’ingresso del Castello aragonese di Aragonese, si trova sul lato nord e sul portale campeggia lo stemma di Carlo V.

Lungo la cinta muraria si possono inoltre ammirare le tre Torri:

la Torre Duchesca, la Torre Ippolita, che delimitano il fossato delle Torri, e la Torre Alfonsina, attraverso la quale si accede all’interno della città vecchia.

Un tratto di cinta che univa il castello con la prima Torre, la Duchesca, fu abbattuto nel XIX secolo per creare un ingresso ulteriore nella città.

Oggi da quella breccia vi si accede per mezzo di un ponte di legno adiacente al Castello.

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La Torre del Serpe

La Torre del Serpe è il simbolo di Otranto ed è raffigurata nello stemma civico.

La torre del Serpe a Otranto

E’ a due km in linea d’aria dal centro storico e se ne può intravedere la forma, di recente pesantemente restaurata, alle spalle del porto, dal lungomare terra d’Otranto.

Di origine romana, fu ricostruita da Federico II sui resti di una precedente costruzione che ospitava un fanale di segnalazione.

Fu così recuperata come vedetta nell’ambito di un’operazione di controllo costiero, dovuto alle incessanti invasioni saracene.

Un’antica leggenda racconta di come, quando usata come torre di segnalazione, un gigantesco serpente marino (che attorcigliato alla torre rappresenta il simbolo della città) emergesse di notte dai flutti, attorcigliandosi intorno alla torre per succhiare l’olio dalla lanterna.

Le navi in transito, ignare del pericolo costituito dalle acuminate rocce e dagli scogli, orfane dell’aiuto della luce, affondavano, naufragando nei pressi della torre e il serpente, raggiunti i suoi scopi, era libero di divorarne l’equipaggio.

Video della Torre del Serpe

 

Foto della Torre del Serpe a Otranto

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Faro di Punta Palascia o Capo d’Otranto

L’estrema punta orientale d’Italia (Capo d’Otranto 40°7′ latitudine nord e 18°31’26” longitudine est di Greenwich) è formata da un terrazzo che termina con uno scosceso promontorio roccioso, dove sorge il faro di Punta Palascia (o Palacia).

Punta Palascia: il faro della Cultura a Otranto

In origine anch’essa sorge come torre d’avvistamento e d’allarme.

La vista è spettacolare, si domina completamente il Canale d’Otranto e nelle giornate più limpide, soprattutto in quelle con il vento di tramontana, si scorgono i monti acroceràuni e le isole di Saseno (Albania) e Corfù (Grecia).

A poca distanza potete trovare altri 2 luoghi di interesse in zona: la cava di Bauxite e la baia delle Orte

La baia delle Orte e il lago di Bauxite a Otranto

Video di Punta Palascia, punto più a Est in Italia