La Grotta dei Cervi a Porto Badisco la “Cappella Sistina” del Neolitico

 

La la Grotta dei Cervi è un grande tesoro nascosto, testimonianza unica dell’evoluzione dell’uomo nel Salento (Porto Badisco in provincia di Lecce).

La Grotta dei Cervi a Porto Badisco: la Cappella Sistina del Neolitico

Viene considerata come la “Cappella Sistina” del Neolitico e si trova nel Salento, sulla litoranea di Otranto, in provincia di Lecce.

La Grotta dei Cervi, nella località di Porto Badisco, sulla costa adriatica del Salento, fra Otranto e Santa Cesarea Terme, era un luogo di culto, un santuario per le popolazioni del Neolitico, tra 8.000 e 5.000 anni fa.

La grotta è stata definita dal Professor Paolo Graziosi dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze, la “Cappella Sistina “ della Preistoria, un tesoro di immenso valore naturale, interessato dal fenomeno carsico, che rappresenta un forte richiamo per turisti di tutto il mondo.

Le pitture ritrovate all’interno descrivono la società del tempo concentrata su agricoltura e allevamento.

Si contano circa  3.000 pittogrammi e un numero elevato di graffiti.

 

 

Questa grotta durante la Preistoria era abitata dall’ uomo, ma  successivamente venne utilizzata per riti religiosi.

La Grotta dei Cervi  è stata scoperta il 1 Febbraio 1970 da 5 membri del gruppo speleologico salentino di Maglie:

  • Mattioli
  • Albertini
  • Mazzotta
  • Evangelisti
  • Rizzo

Si presenta con le pareti gremite di graffiti che mostrano particolari sulla caccia di uomini preistorici che usavano archi e frecce e sulla flora del Salento in età neolitica.

Le scene si concentrano prevalentemente sulla caccia di cervi, motivo per cui la grotta venne denominata la Grotta dei Cervi, animale che in quei periodi popolava il Salento.

Viene anche denominata Grotta di Enea: questa definizione sembra risalire ad una antica tradizione secondo la quale Enea era sbarcato a Porto Badisco nel suo viaggio in Italia precisamente nella costa adriatica del Salento, fuggendo da Troia e prima di raggiungere il Lazio.

All’interno della grotta c’è, appunto,  il complesso pittorico neolitico più grande d’Europa che comprende due gruppi di pittogrammi, quelli figurativi e non figurativi.

Le pitture all’interno sono state eseguite in ocra rossa e guano, un concime naturale risultante da escrementi di uccelli marini, soprattutto pipistrelli, e raffigurano cacciatori, cervi, cani e tantissimi motivi astratti dall’ oscuro significato.

I pittogrammi in guano di pipistrello sono più recenti, mentre quelli in ocra rossa sono più antichi.

Figurativi sono i pittogrammi che rappresentano scene di caccia di cervi.

Accanto alle scene di caccia viene raffigurata la figura dello Sciamano, stregone danzante, intorno ad un segno cruciforme.

Questo è conosciuto come “Il Dio che balla”.

Tale figura è diventata quasi un simbolo del Salento e delle sue tradizioni coreutico-musicali.

Difatti alcuni studiosi hanno interpretato l’immagine come una sorta di connessione tra gli elementi simbolici del tarantismo e il culto di una divinità arcaica, quasi sicuramenterapportate alle divinità legate alla Madre Terra.

I pittogrammi non figurativi raffigurano forme geometriche astratte e simboli magici non facilmente interpretabili.

Si articola in 3 corridoi, interessati dal fenomeno carsico e ricchi di numerose stalattiti e stalagmiti.

Il primo corridoio si affaccia sul lato ovest, successivamente si divide in due gallerie che si ricongiungono in un solo corridoio in cui sono state ritrovati gruppi di figure e resti di ceramiche, quest’ultimi conservati presso la soprintendenza di Taranto.

Il secondo corridoio, ricco di numerose testimonianze pittoriche, è caratterizzato da uno stretto cunicolo che si distende parallelamente al 3°corridoio che è è lungo 200 metri e al suo interno vi si accede dal II corridoio attraverso un’apertura molto bassa.

Per accedere all’interno del complesso sono presenti due ingressi: uno a occidentale, che si immette solo nel primo corridoio; l’altro a  oriente, che dà accesso a tutti e tre i corridoi.

Nel grande “affresco della sala centrale, si riconoscono delle figure “umane” anche se particolari, una donna con piedi a coda di pesce e un’altra con un becco.

Un particolare della grotta sono le figure rappresentanti le mani di bambini che testimoniano la loro presenza in questa grotta.

Ora l’ingresso della grotta dei Cervi è protetto da una recinzione che si estende per tutto il perimetro.

Lisa Signorile e Nicola DeStefano, giornalisti del National Geographic, saranno ospiti di GEO & GEO ( RAI ) e raccontano la loro esperienza nella grotta dei Cervi, una delle grotte più importanti del Salento e del mondo.

(N.B. Si ringrazia il prof. Ninì Ciccarese e le immagini interne della Grotta sono autorizzate dalla Soprintendenza Archeologica e dagli Autori).

Video della Grotta dei Cervi di Porto Badisco